Gli Abba non sono i primi. Una tecnologia utilizzata già lo scorso anno dalla band musicale romana dei Deshedus in un concerto live a Cinecittà.

Regia di Roberto Manfredi – Produzione Mauro Paoluzzi 

Gruppo musicale che ha conquistato da poco, con il singolo “Lady Butterfly”, il 49° posto nella Top Tracks Italia di Itunes https://youtu.be/V8Ml_TYAD-o 

Edizioni musicali Warner Music – Divinazione Music

 È qualcosa che non è mai stato fatto prima” – questa è stata la dichiarazione degli Abba a proposito del loro prossimo concerto olografico “Abba Voyage” che si terrà il prossimo anno.

Quello che però non sanno, o che forse ignorano, è che non saranno i primi ad aver utilizzato questa tecnologia. Escludendo gli artisti che l’hanno utilizzata anni prima per un singolo come Michael Jackson, 2Pac e altri, Il primo concerto live olografico, per intero, è stato realizzato dalla band romana dei Deshedus lo scorso anno, esattamente il 29 agosto 2020.

Lo spettacolo è stato prodotto da Mauro Paoluzzi, attento musicista e produttore artistico di Bluvertigo, Roberto Vecchioni, Gianna Nannini, Mango ecc… che ha reso possibile la realizzazione del primo e, per il momento unico, concerto olografico in assoluto di produzione italiana. 

60 minuti di pura tecnologia mescolati al suono del basso di Gabriele Foti, alle percussioni di Federico Pefumi, al suono della chitarra di Federico Rondolini e, infine, alla voce di Alessio Mieli. 

Una sorta di film rock che si avvicina molto ai rock movie degli anni ’70, ma con l’aggiunta di nuove tecnologie che con il passare degli anni sono state migliorate, come ad esempio l’holonet. Si tratta, sostanzialmente, di sottilissime lamine metalliche trasparenti unite in uno schermo invisibile che danno vita ad uno scorrimento veloce di immagini e di figure che sono riuscite a catapultare la band e gli spettatori in un mondo immaginario e del tutto psichedelico. 

“Siamo abituati a guardare le immagini dietro e sopra gli artisti o immobili su uno schermo fisso. L’olografia invece ci consente di ‘entrare nelle immagini’ e interagire con esse. Per un regista rappresenta il culmine dell’immaginazione, essere cioè strumento ricettore e trasmettitore di percezioni sensoriali. La musica visionaria come quella di Paoluzzi e dei Deshedus farà il resto” – ha dichiarato lo scorso anno Roberto Manfredi, registra e produttore discografico e cinematografico, che ha reso possibile il sensazionale spettacolo della band romana a Cinecittà World.

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